Ristorante alla Borsa

Ristorante alla Borsa
"il nodo d'amore"

giovedì 23 febbraio 2012

Luci ancora puntate sul concetto di Qualità

La verità sta sempre a metà strada.
Non sono un filosofo, sono un produttore, non sono un consumatore finale.
Sono un ristoratore, un pastore errante in un mondo che cambia velocemente ed dove è verosimilmente credibile che questa affermazione sia vera. Sebbene non la possa o non la sappia dialetticamente confutare adeguatamente… non è la mia tesi.
Il mercato, che si è progressivamente globalizzato e che è costantemente in conversazione grazie alla massiccia alfabetizzazione informatica,conosce i prodotti meglio delle aziende che li producono. I consumatori finali tramite il web si scambiano opinioni e decretano l’esito felice o infelice di un prodotto.
Ma la qualità è data da variabili che solo il produttore conosce anche se si deve sottoporre al giudizio di consumatori sempre più competenti.
Prendiamo il Tortellino, materia che manipolo tutti i giorni in tutti gli stadi della filiera: mi alzo e sul tagliere preparo le carni, rosolo, decido il mazzetto aromatico, trito, mescolo e assemblo e preparo la sfoglia: c’è qualcosa di euforizzante e vivo in questo rito quotidiano… ogni giorno impasto e ripieno mi parlano in modo diverso ed io parlo agli ingredienti! Dipende dalle stagioni, dagli umori, dagli odori che vanno ad aromatizzare. Da quell’impeto creativo e mai uguale che ognuno di noi ha nei diversi giorni della sua vita. Il Tortellino è vivo, unico e diverso e solo io so… il valore che ha.
Questo valore è poi completato dalla valutazione del cliente, ma chi di noi è il depositario dell’ultima parola sulla qualità?
Io che lo vivo o lui che lo assaggia, tempestato dalle urgenze o rilassato in un momento di estasi contemplativa? Non saprei, è amletico il quesito.
E io vivo, non giudico, leggo e ascolto.
Produco con prudente sapienza e mi presento al mercato con umile ma caparbia intelligenza.
La qualità è sia il mio credo che il metro con cui il pubblico mi giudica.
Ma il giudizio è arbitrario come lo è la produzione: è un fatto soggettivo, non oggettivo.
Quindi la verità sulla qualità è che hanno ragione sia i teorici del passato che il dottor Peri.
Nadia Pasquali, chef e proprietaria del Ristorante alla Borsa di Valeggio sul Mincio (VR)

giovedì 2 febbraio 2012

"Pasqua al Borsa" il menu della tradizione



Menu Pasqua 2011

Antipasto primavera

Tortellini al burro e salvia

Sfogliata con asparagi e zucchine

Capretto al forno con patate
Spalla di vitello al timo

Contorni misti

Carrello dei dessert e dolci

Caffè



Vini d.o.c.
Moscato


Dati preoccupanti sull’olio d’oliva vergine ed extravergine

Alzi la mano chi non ha in dispensa, tra un sacchetto di pasta e il barattolo di sale grosso, una bottiglia di olio d’oliva. Ora richiamate con la memoria l’etichetta, ricordate cosa c’è scritto? Qualità delle olive, luogo e modalità di produzione, luogo di imbottigliamento? Probabilmente buona parte dei consumatori ricorda la marca e, se c’è, la dicitura DOP. Ma dopo i recenti risultati che le analisi organolettiche commissionate da Coldiretti, Symbola e Unaprol hanno fornito su un campione rappresentativo di olio vergine ed extravergine d’oliva venduto nei supermercati italiani, forse è giunto il momento che ognuno di noi si formi un proprio spirito critico e presti molta più attenzione a ciò che acquista. I dati seriamente preoccupanti messi in luce dall’inchiesta, come la presenza di muffe nel 40% delle bottiglie esaminate e la presenza, nel 23% dei casi, di oli ottenuti da olive alterate o addirittura rancide, ci spinge inevitabilmente a chiederci come possiamo tutelarci dai rischi connessi per la nostra salute.
Abbiamo trovato alcune risposte – ma invitiamo il lettore a non fermarsi qui e a ricercarne di ulteriori – insieme a un ristoratore che ha fatto della propria carta degli oli uno dei fiori all’occhiello del proprio locale, Nadia Pasquali del Ristorante Borsa a Valeggio sul Mincio, nel veronese ( http://www.ristoranteborsa.it/ ). “È difficile stilare una completa guida all’acquisto sullo scaffale, comunque un buon punto di partenza è indirizzare il consumatore alla lettura consapevole dell’etichetta.” E infatti in quattro bottiglie di olio extravergine su cinque in vendita in Italia, che contengono miscele di diversa origine, la provenienza delle olive impiegate è praticamente illeggibile nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta; inoltre, spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani, secondo i dati di Coldiretti.
Continua Pasquali: “Che l’olio sia extravergine, meglio se a denominazione di origine protetta”. La combinazione di questi due fattori determina un prodotto di categoria superiore, ottenuto direttamente dalle olive, unicamente mediante processi meccanici e secondo protocolli sottoposti a rigorosi controlli europei che ne assicurano tutta la filiera produttiva e ne salvaguardano il Made in Italy. E il prezzo? “Ragionevolmente alto. Spremitura a freddo e denominazione non si combinano bene con olio da poco”. Per coprire tutti i costi, dalla produzione di base, al confezionamento e trasporto al marketing, il prezzo di un litro di olio extravergine di olive 100% italiane acquistato nella grande distribuzione deve essere di almeno 6 euro. Sembra alto, ma è un costo che si ammortizza: per seguire un’alimentazione sana si raccomandano 2 cucchiai di olio al giorno, e un cucchiaio è pari a 10 ml, quindi una bottiglia da un litro sarà sufficiente per ben cento pasti. Si spende molto di più in cibi spazzatura che si trangugiano in fretta.
Ma veniamo all’aspetto dell’olio: seconda Nadia Pasquali il colore non è un carattere che indica qualità, può infatti variare molto in base all’epoca di raccolta delle olive, come anche la limpidezza, che può dipendere dai processi di filtrazione, e la densità, correlata ai luoghi d’origine. “Il gusto e il profumo devono invece essere sempre piacevoli, che si tratti di sapori erbacei o fruttati, di sentori verdi o maturi, l’importante è che diano sensazione di naturalezza”, caratteristiche da cui si evincono la salute dei frutti impiegati, l’uso attento della temperatura di estrazione e dei tempi di lavoro. Viceversa, un sapore al palato acido, metallico, rancido, eccessivamente pastoso, la presenza di muffe, impurità e riscaldo (per fermentazione eccessiva) denotano l’impiego di frutti di scarsa qualità e di processi produttivi scorretti, con risultati irreversibili.
Non è questo il caso degli oli selezionati al Ristorante Borsa, in prevalenza extravergine di oliva del Garda DOP, insieme alle eccellenze delle altre regioni italiane dedite all’olivicoltura. L’ultimo consiglio per stimolare nei consumatori maggiore consapevolezza è anche un suggerimento alle tante aziende italiane che fanno qualità e  che propongono oli «sinceri»: “Se in un angolo del supermercato o in un negozio esiste la settimana delle specialità, approfittare degli assaggi!”
Alessandra Locatelli

“Meglio prenotare” presentata la sua prima edizione

Le prime presentazioni della guida ragionata “Meglio Prenotare - Storie italiane di ristoranti affermati”, edita da Edizioni Catering, hanno confermato la validità del progetto editoriale: raccontare, facendo parlare i protagonisti, le storie della ristorazione il cui successo è decretato dai clienti.
In occasione di Host, il salone dell’ospitalità professionale, il giornalista Maurizio Di Dio, curatore della rivista La Pentola d’Oro, ha presentato al pubblico professionale di Host, salone dell’ospitalità professionale a FieraMilano, gli autori della guida in due distinti talk show: il primo ospitato da Tre Spade, azienda di riferimento per i prodotti casalinghi di qualità e per quelli dedicati a industria alimentare e, più di recente, ristorazione; il secondo presso lo spazio La cucina nel futuro, coordinato da Stefano Marinucci, presidente di FIC – Promotion.
Entrambi gli eventi hanno visto un pubblico composto da chef, ristoratori e giornalisti molto incuriosito dalla formula che sta alla base della guida: “Non abbiamo scritto una guida con l’intento di assegnare punteggi, ma di raccontare storie di ristoratori, cuochi, imprenditori e famiglie che hanno portato al successo il loro locale. Abbiamo voluto mettere in evidenza un aspetto a cui raramente si dà voce: quali sono i motivi e le scelte per cui un locale è apprezzato dalla clientela fino a creare fidelizzazione, passaparola positivo, la necessità di prenotare perché è spesso pieno. E lo abbiamo fatto selezionando 160 locali italiani, trasversali come tipologia che vanno dal ristorante stellato alla pizzeria, per offrire un ideale viaggio in Italia per i viaggiatori golosi e curiosi. Ma soprattutto per dare ad altri ristoratori la possibilità di conoscere i motivi di un successo, trarne eventuali spunti di riflessione per il loro locale” ha spiegato Roberto Martinelli, direttore di Edizioni Catering e della rivista Catering, autore della approfondita introduzione alla guida.
Meglio Prenotare, alla sua prima edizione, raccoglie dunque 160 storie di ristorazione italiana, selezionate grazie ad un pool di suggeritori esperti di ristorazione distribuiti in tutte le regioni italiane. Il criterio di indicazione era appunto quello di indicare locali premiati dalla clientela per i motivi più diversi: dalla cucina al rapporto qualità-prezzo, dal servizio alla selezione delle materie rime di qualità, dalla storia del locale all’innovazione.
Intorno a queste segnalazioni hanno poi lavorato i cinque autori della guida: Alfredo Antonaros, Luigi Franchi, Alessandra Locatelli, Antonio Longo, Roberto Martinelli.
“Non è certo una base statistica quella che abbiamo voluto rappresentare, il numero è sicuramente esiguo rispetto alle migliaia di luoghi di consumo fuori casa che ci sono in Italia. Ma abbiamo volutamente scelto, coprendo comunque tutte le province italiane, locali che corrispondono ai desideri di chi li frequenta e tale frequentazione testimonia palesemente la capacità del ristoratore di assecondare buona parte delle aspettative della clientela. Non diciamo tutte ma con molta probabilità un buon numero: altrimenti il locale non sarebbe gradito e quindi nemmeno affollato. Gli elementi che confermano la fortuna di queste attività emergono casualmente e sono state trascritte senza alcuna priorità. Sono state evidenziate come così ci sono apparse dai racconti dei protagonisti. È molto probabile che il lettore possa avvertire nelle sue riflessioni altri elementi oltre quelli evidenziati da noi. Se ciò fosse sarebbe una ulteriore conferma della scelta di quel locale” ha ribadito Roberto Martinelli nel corso delle presentazioni.
La guida è in vendita, al costo di 13 euro, online sui principali bookshop (Amazon e IBS).
Per ulteriori informazioni: segreteria@edizionicatering.it